Dicci chi sei e cosa fai.
Mi chiamo Elisa aka ELASI e sono autrice, cantante e producer. Il mio progetto musicale è un pop contaminato da molti generi che vanno dal funk all’elettronica, dall’r’n’b alla bossa, dall’afrobeat alla disco.
Quando nascono in te l’interesse e la passione per la storia, la composizione e l’interpretazione della musica?
Fin da quando son nata c’è sempre stata tanta musica nella mia casa. Si ascoltava il giradischi, la radio e la tv, ed è stata una cosa normale per i miei genitori portarmi a lezione di pianoforte quando avevo 5 o 6 anni, anche se non sono musicisti. Da quel giorno, non ho mai smesso di studiare, creare e “respirare” musica: ho frequentato il conservatorio (chitarra classica), ho studiato jazz con una borsa di studio per Berklee Summer School, ho lavorato in uno studio di produzione a Los Angeles per assimilare l’elettronica, ho lavorato sul canto per trovare il mio suono più naturale, e ho fatto tanta gavetta suonando dal vivo.
Officina Pasolini, il laboratorio di alta formazione artistica del teatro, della canzone e del multimediale della Regione Lazio, nonché Hub culturale di eventi su Roma, ti ha permesso di intraprendere un percorso dove far crescere il tuo talento e provare a fare della musica la tua professione. Come hai scoperto questo mondo?
Tramite passaparola di un caro amico. Nel 2015, mi ero appena laureata in economia ma volevo portare avanti il mio percorso musicale. L’apertura delle candidature per il primo biennio di Officina Pasolini è caduta per me a pennello. Ci ho provato credendo di non riuscirci. Invece, in pochissime settimane, ho saputo che ero stata presa e che dovevo iniziare una nuova vita a Roma.
Quanto è importante questo corso per te? Quanto, dunque, ti senti arricchita da questa esperienza? E svelaci un aneddoto!
Se non avessi fatto Officina Pasolini, forse la musica sarebbe rimasta per me un hobby. Se non fosse stato per quella borsa di studio, non mi ci sarei mai potuta dedicare full time per quasi due anni. All’inizio non è stato facile. Non sono mai stata molto sicura di me quindi era difficile affrontare la timidezza e proporre la mia musica davanti a dei veri professionisti, in un ambiente difficile come quello artistico. Ma, alla fine, a forza di stimoli, di “capocciate” e di formazione pratica, ho capito che cosa volevo fare esattamente con le mie canzoni. Che piacciano o no, ho imparato a costruirmi la mia piccola strada.
I tuoi tre motivi per i quali dei giovani ragazzi dovrebbero iscriversi al laboratorio di Canzone di Officina Pasolini, scegliendo dunque di coltivare e approfondire la propria passione per la musica.
Il primo è che non conosco altri posti in Italia in cui si possa avere un’infarinatura a 360 gradi e gratuita sulla professione dell’autore e del cantautore. Al momento, sono autrice per Sugar e mi sento di essere stata preparata ai ritmi di questo mestiere nelle case discografiche.
Il secondo è la disponibilità e il contatto umano degli insegnanti/tutor. Prima di firmare un contratto discografico o di fare una gavetta infinita, è veramente difficile potersi confrontare con calma e avere consigli pratici di professionisti così importanti.
Il terzo è la convivenza con altri artisti. Puoi avere tutti i giorni consigli e feedback immediati da persone che hanno una sensibilità artistica simile alla tua, imparando ad accettare la cosa fondamentale della vita di un musicista: “non puoi piacere a tutti quindi non provarci nemmeno a non essere te stesso al 200%” :)!