Beste, raccontaci chi sei e cosa fai.

Sono turca, mi sono laureata in Architettura d’interni in Turchia e ho preso anche il master. Sono venuta in Italia nel 2011 per fare il PhD in Design e Innovazione all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” a Napoli. Durante il PhD, ho sviluppato un approccio innovativo per il design del futuro che si chiama “H+ design”. La mia tesi è pubblicata su un libro. Ho collaborato con l’Università di Malaga, l’Università di Lisbona e La Salle a Barcellona riguardo a Interaction Design e Robotica Sociale, durante il periodo del PhD e subito dopo. Ho collaborato come co-tutor anche con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per le tesi degli studenti del Master in Product Design. Sto collaborando da 6 anni e mezzo con il CNR dove, attualmente, faccio il postdoc sul progetto PlusMe.

Dottore di ricerca in Design e Innovazione presso la Seconda Università degli studi di Napoli, collaborazioni con prestigiosi atenei europei su studi e attività relative agli Smart Wearables, fino ad arrivare alla realizzazione di “+Me”, un robot sociale sperimentale, che dovrebbe facilitare e promuovere lo sviluppo delle abilità sociali e comunicative nei bambini affetti da disturbi dello spettro autistico (DSA).
Raccontaci il tuo percorso e come sei riuscita ad arrivare alla realizzazione di questo importante progetto.

Ho fatto il PhD in Italia su Design e Innovazione e ho cominciato a collaborare con il CNR riguardo a una mia idea, “+Me”, il dispositivo interattivo per DSA. Insieme a ingegneri, psicologi e terapisti l’abbiamo sviluppata e fatta diventare un progetto vero. “Plusme” è un dispositivo sperimentale, specificamente disegnato per la terapia dei disturbi dello spettro autistico, DSA, e più in generale per i disturbi generalizzati dello sviluppo (DGS). “+Me” è il primo prototipo di transitional wearable companion (twc). Il suo scopo è quello di favorire, rafforzare e supportare lo sviluppo delle abilità sociali di base come il contatto occhi-viso (“eye-contact”), le richieste di scambio interpersonale (“social referencing”), l’attenzione condivisa (“joint-attention”). “+Me” è un piccolo robot “morbido” e a forma di animale che potenzialmente può motivare i bambini con DSA a interagire col terapista nelle attività riabilitative.

La Regione Lazio vanta un importante bacino imprenditoriale nel settore delle industrie culturali e creative. Quello delle Nuove Tecnologie è senza dubbio un settore che ne fa parte. Per questo la Regione, con il progetto LazioCreativo è in prima linea per valorizzare le intelligenze e portarle all’attenzione del pubblico e del mercato nazionale e internazionale; per sostenere progetti e incentivare lo sviluppo di sinergie. In cosa e quanto questo progetto ti ha aiutato a concretizzare ancor di più il tuo sogno?

Grazie a questo progetto finanziato da tre bandi (2 horizon 2020 e 1 Regione Lazio) ho potuto concretizzare il mio sogno di aiutare i bambini con l’autismo. Spero che un giorno PlusMe migliorerà la vita dei bambini e delle loro famiglie che hanno bisogno di supporto.

Tre motivi per i quali dei giovani creativi, anche grazie al sostegno di LazioCreativo, dovrebbero coltivare la propria creatività, dando vita ai propri sogni.

Con un loro progetto possono migliorare la vita degli esseri umani (e.g., well-being, entertainment, education), creare un impatto sociale (e.g., changing old habits, new ways of living, go over the limits) e aiutare a risolvere alcuni problemi (e.g., health issues, economical limits, sustainability, access).