Rappresenti il Consiglio dei Giovani di Valmontone. Raccontaci qualcosa su di voi!
Sono Serenella Paparelli, ho 23 anni e da due anni faccio parte del Consiglio dei Giovani di Valmontone. Siamo 15 ragazzi, dai 16 ai 25 anni, con un obiettivo in comune: portare avanti il nome dei giovani a Valmontone. Il primo anno abbiamo realizzato progetti, incontri e feste, riportando “la faccia giovanile” a Valmontone; per quest’anno avevamo in mente diecimila progetti ma, purtroppo, il Covid-19 non è della nostra parte. Nonostante questo, nei periodi bui della pandemia, abbiamo cercato di stare in contatto (virtuale, ovviamente) con tutti, aiutando il nostro paese nell’acquisto di dispositivi di protezione. Speriamo che tutto questo passi in fretta per tornare in campo con i nostri progetti, siamo fiduciosi!
I Consigli dei Giovani sono organismi di rappresentanza democratica di tutti i giovani residenti nel territorio di riferimento, con funzioni consultive di natura preventiva e obbligatoria su tutti gli atti amministrativi, varati dal Comune in questione, che riguardano i giovani. Puoi aiutarci a descrivere meglio la sua reale importanza, anche tramite dei progetti o delle battaglie che voi avete portato a avanti o a termine con successo e convinzione?
Il Consiglio dei Giovani è come se fosse la voce dei ragazzi nel paese, anche se non sempre l’istituzione comunale dà la parola ai giovani. Noi diciamo che siamo fortunati, in gran parte, perché il Comune ha sempre risposto alle nostre proposte e non ci ha mai chiuso la porta. Ci ha anche interpellato su vari progetti riguardanti i giovani!
Grazie al Consiglio dei Giovani so che hai potuto partecipare al primo meeting per la creazione del Parlamento Giovani del Mediterraneo a Marsiglia, in Francia. Raccontaci di questa esperienza, inserendo qualche curiosità e aneddoto interessante.
Si, fortunatamente sono stata sorteggiata per andare a Marsiglia. Davvero un’esperienza fantastica, dove ho condiviso con i giovani di altre nazioni l’amore per i giovani: abbiamo lavorato per 3 giorni sugli obiettivi comuni e, nonostante la cultura diversa, abbiamo visto che i giovani del mediterraneo hanno bisogno delle stesse cose. Un particolare simpatico è stato l’ultima sera, quando abbiamo festeggiato la fine del meeting: abbiamo cantato insieme e, nonostante ci fossero ragazzi da Marocco, Francia, Spagna e altri paesi, la musica era uguale per tutti e abbiamo cantato canzoni di ogni nazionalità… è stato davvero un bel momento! Sono nate amicizie e porterò sempre nel mio zaino i loro racconti, le loro difficoltà: c’era una ragazza marocchina che ci ha raccontato che la figura femminile lì conta poco, infatti era sempre “controllata” da un ragazzo della stessa nazionalità. Con alcuni ci siamo rivisti anche a Santa Severa e avevamo in programma altri incontri ma la pandemia ci ha bloccati. Spero di riprendere questo “progetto” quando tutto passerà.
I tuoi tre motivi per i quali dei giovani ragazzi dovrebbero portare avanti, nei propri comuni, il progetto dei Consigli dei Giovani.
Secondo me, i tre motivi per cui i giovani dovrebbero portare avanti il Consiglio dei Giovani sono: l’impegno per dar voce ai giovani che, specie in questo momento, sono messi da parte; l’avvicinamento alla “macchina del paese”, conoscendo tutte le difficoltà; e, infine ma non meno importante, per star vicino e aiutare i giovani del paese.